giovedì 6 novembre 2014

Frutti di stagione

Cachi: valori nutrizionali e proprieti
I Cachi


Studiando le tabelle dei valori nutrizionali di diversi frutti, i cachi non rientrano certo tra quelli a basso tenore calorico: infatti, 100 grammi di cachi forniscono all'incirca 65-70 kcal (equivalenti a circa 272 kJ). L'acqua ne costituisce circa l'80%, gli zuccheri ben il 16-18%, mentre le fibre sono calcolate intorno al 2,5%, le proteine allo 0,6% e i grassi allo 0,3%.
Tra i sali minerali, il primato (in termini di quantità) spetta sicuramente al potassio (ca. 161-170 mg %), minerale che conferisce al cachi le spiccate proprietà diuretiche. Oltre al potassio, si ricordano anche il fosforo (20 mg %), il magnesio, il calcio ed il sodio; solo in tracce si ritrova il selenio ed il manganese.
Considerevole pure la quantità di vitamina C: è  bene sottolineare che la quantità di acido ascorbico varia in funzione del grado di maturazione del frutto, variabile da 50 mg a 7 mg nel cachi molto maturo.
Il cachi è ricco anche di beta-carotene, precursore della vitamina A: si stima che 100 grammi di prodotto fresco apportino 1,4 mg di retinolo equivalenti. I pigmenti (licopene e xantine) agiscono sinergicamente con la provitamina A, potenziandone l'azione finale (antiossidante e possibile prevenzione dalle malattie cardiovascolari). [tratto da Terapie Complementari in Geriatria, di Enrica Campanini, Stefania Biondo]
Il cachi acerbo è miniera di tannini, ai quali sono ascritte le note proprietà astringenti: la tipica percezione di avere la “bocca legata” è dovuta proprio alla componente tannica. Durante la maturazione, la quantità di tannini si riduce fortemente, viceversa, gli zuccheri (fruttosio e glucosio) aumentano.



martedì 16 settembre 2014

vitamina C.

:-D
ARRIVA L'AUTUNNO... E CHE COSA C'E DI PIU PREZIOSO IN NATURA?

LA VITAMINA C, o chiamata anche acido ascorbico è una vitamina preziosissima, fondamentale per il benessere, che tutti dovrebbero conoscere per i suoi benefici. In chimica si definisce acido ascorbico e svolge funzioni molto importanti per la nostra salute.. 
Un po di storia...
Prima di andare alla scoperta dei benefici di questa importante vitamina è interessante conoscere il suo percorso storico. Il primo effetto della vitamina C ad essere provato scientificamente fu la scoperta che proteggeva dallo scorbuto, una malattia che nel 16esimo secolo uccideva molti navigatori in rotta verso il nuovo mondo. La malattia si presentava preceduta da stanchezza, irritabilità, dolori vaghi a muscoli ed articolazioni, emorragie gengivali, gengiviti e perdita di denti. Inizialmente si pensò questo flagello venisse dal cibo, o dal freddo. Ma poi si osservò che la semplice assunzione del limone permetteva di sfuggire alla malattia. Fu così che un decreto del 18esimo secolo obbligò i marinari a bere succo di limone fresco. Poi, nei primi del 900, arrivò la scoperta che la sostanza miracolosa contenuta nel limone era la vitamina C. 
I suoi benefici
Oggi su questa preziosa vitamina – una delle più note – si sa moltissimo: le ricerche hanno evidenziato che è un potente antiossidante e protegge le cellule del nostro organismo dai danni dei radicali liberi. E che facilita anche l’assorbimento del ferro, potenzia le difese immunitarie, stimola la sintesi di collagene, favorisce il metabolismo del colesterolo, ha un’attività antiemorragica e cicatrizzante, interviene nella maggior parte delle reazioni metaboliche dell’organismo, migliora l’assorbimento dei minerali e accelera l’eliminazione di metalli tessici.
E’ inoltre un tonico generale dell’organismo e del sistema immunitario.
Contrasta l’invecchiamento, ostacolando l’azione degenerativa dei radicali liberi: la vitamina C regala questo beneficio al nostro corpo perché è un potente antiossidante.
I radicali liberi sono molecole di rifiuto, che, se prodotte in eccesso, possono danneggiare il Dna, la sostanza presente nelle cellule che trasmette i caratteri ereditari, provocando un precoce invecchiamento..una delle caratteristiche più importanti della vitamina C è proprio quella di protegge l’organismo dall’ossidazione e quindi da un invecchiamento precoce. Studi compiuti negli ultimi anni sulle sostanze antiossidanti hanno messo in evidenza l’effettivo ruolo svolto da queste svolto nella protezione della cellula dai meccanismi di ossidazione, sia in condizioni naturali (come l’invecchiamento) sia in caso di malattie serie (come il diabete o l’aterosclerosi).
In realtà è normale che i meccanismi di ossidazione del nostro organismo producano una certa quantità di radicali liberi, ma il problema si complica quando si aggiungono altri fattori, non previsti, che producono radicali liberi quali l’inquinamento, lo stress, le abitudini di vita scorrette.
Anche chi è molto esposto, quotidianamente, allo smog ha un fabbisogno maggiore di acido ascorbico. La vitamina C, infatti, sembra essere dotata di un’azione protettiva, perché si lega al piombo che entra nel nostro organismo quando respiriamo i gas di scarico delle auto e ne favorisce l’eliminazione attraverso l’urina.
E’ importante inoltre sottolineare che il problema delle difese antiossidanti va sempre inserito nel concetto più ampio di “cooperazione” delle vitamine: sono sempre più numerosi, infatti, gli studi che testimoniano l’esistenza di fenomeni di collegamento tra le vitamine e altre sostanze. Per esempio, è stato osservato che la vitamina C facilita la sintesi della vitamina E e preserva dall’ossidazione sia la vitamina E che l’acido folico: pertanto, una carenza di  vitamina C determina anche una quantità inferiore di altre vitamine nell’organismo. Il modo migliore per garantirsi è vitamina C nella sua naturalità, scopriremo in questo articolo, è proprio attraverso l’alimentazione e il consumo della bevanda dell’acqua e limone al mattino, anziché di integratori a base di vitamina C, mai completi come il frutto stesso.
L’acido ascorbico rende bella la pelle: partecipa infatti alla produzione del collagene. Il collagene è una composizione di proteine necessarie per formare lo “scheletro” di sostegno dei tessuti: si trova nei tendini, nelle cartilagini, nelle ossa e nella pelle. È presente, quindi, in tutti i tessuti che compongono la struttura del corpo umano. Per quanto riguarda la pelle, la vitamina C la rende più elastica e compatta, previene le macchie dovute all’avanzare dell’età e schiarisce quelle esistenti.
Inoltre, grazie alla stimolazione del collagene, l’acido ascorbico facilita i meccanismi di rimarginazione e cicatrizzazione delle ferite e delle ustioni.
Antiossidanti come la vitamina C, ma anche la E, hanno mostrato proprietà fotoprotettive contro gli effetti nocivi del sole, nelle reazioni di fotosensibilizzazione e photoaging. In questa funzione è rilevante il ruolo della vitamina C nel riciclaggio della vitamina E, che continuamente ne ristabilisce l’attività antiossidante.
La vitamina C interviene nella sintesi delle molecole che regolano la trasmissione degli impulsi nervosi  e degli ormoni dello stress. Stimola inoltre la funzione della corteccia surrenalica, ed ha quindi un’azione antistress, anti-fatica e di stimolo generalizzato sia a livello fisico che mentale.

Informazioni ricavate da un sito di naturopatia. 

martedì 9 settembre 2014

A proposito di... Veg

Glossario della cucina veg.
Lo sapevate che cos'è:
TAHINA: è una crema, o una pasta prodotta con i semi di sesamo. Contengono una quantità di calcio, un'ottima alternativa per i vegani che non assumono latticini. 
Questa pasta, o crema insaporisce le vostre fette biscottate al mattino, con l'aggiunta di un po' di miele a vostro piacimento, oppure nelle insalate o nel pane fresco con le verdure. Facile da fare a casa, in una pentola, fuoco molto lento, quando la nostra padella è calda aggiungete i semi e li tostate per qualche minuto: dopo prendete un tritatutto o simile e lo sminuzzate: più a lungo sarà il procedimento con il tritatutto più diventerà una crema. 

TEMPEH: è un prodotto originario dell'Indonesia ottenuto dalla fermentazione dei semi di soia gialla.  Marinato e fritto ha un sapore intenso. Combinato con i funghi e le noci.

venerdì 18 aprile 2014

L’impegno dell’industria cosmetica e delle autorità competenti è rivolto ad assicurare la sicurezza dei prodotti cosmetici e a tutelare la salute delle persone.

Oggi esistono efficaci sistemi di controllo e di sorveglianza, continuamente aggiornati anche sulla base dei progressi scientifici e delle modifiche normative.

A garantire la sicurezza dei prodotti cosmetici e l’assenza di rischi gravi per il consumatore sono soprattutto tre strumenti: le disposizioni di legge, i test eseguiti su base volontaria dalle industrie cosmetiche e le operazioni di sorveglianza.

Le tutele previste dalla legge
(Produzione, confezionamento, distribuzione e vendita di cosmetici, infatti, sono oggi disciplinati da un Regolamento europeo, che ha sostituito a partire dall’11 luglio 2013 la legge italiana 713/86)

Il Regolamento stabilisce che tutti i prodotti cosmetici devono essere fabbricati, manipolati, confezionati e venduti in modo tale da non causare danni alla salute delle persone. I requisiti di sicurezza sono garantiti essenzialmente attraverso quattro meccanismi.

1. Le liste positive e negative degli ingredienti
La normativa stabilisce che siano elencati, in appositi allegatile sostanze che non possono essere utilizzate nei cosmetici e quelle il cui uso è consentito con particolari limitazioni (di dosi, condizioni e campo di impiego), dette liste negative. Mentre quelli che indicano gli ingredienti utilizzabili per specifiche funzioni (cosmetici, coloranti, conservanti e filtri UV) sono definite liste positive.

2. Le indicazioni sul prodotto cosmetico
Per legge tutti i cosmetici, compresi i campioni gratuiti, possano essere immessi sul mercato soltanto se il contenitore a diretto contatto con il prodotto (contenitore primario) e la sua eventuale scatola (imballaggio) recano precise indicazioni in modo facilmente leggibile e visibile. Se il contenitore è di piccole dimensioni, alcune informazioni potranno essere reperibili su un foglio di istruzioni, o una fascetta o un cartellino allegati.

L’etichetta deve contenere una serie di informazioni che permettano al consumatore di scegliere in modo consapevole. Alcune di queste informazioni sono essenziali anche per garantire la sicurezza del cosmetico, in particolare:
1)l’elenco degli ingredienti contenuti nel prodotto che sono riportati, dopo la parola ingredienti, in ordine decrescente di peso. In questo modo, i consumatori che presentano particolari allergie possono controllare se la sostanza alla quale sono allergici è presente in quel cosmetico;
2)l’elenco degli ingredienti può contenere, quando la loro concentrazione supera determinati limiti, anche alcune delle 26 sostanze identificate dal Comitato Scientifico per la Sicurezza del Consumatore dell’Unione Europea che spesso compongono le fragranze e che possono, più di altre, indurre reazioni allergiche.
3)la funzione del prodotto, scritta nella lingua ufficiale dello Stato nel quale è venduto il cosmetico: questo fa sì che il consumatore sappia a che cosa serve ciò che sta acquistando e non commetta errori in questo senso;
4)le avvertenze e le modalità d’uso, ovvero le istruzioni per un utilizzo corretto e sicuro del prodotto che tutelano il consumatore da possibili rischi.

3. Il dossier del prodotto cosmetico
Sempre secondo la normativa sui cosmetici, il produttore o la persona responsabile dell’immissione in commercio del prodotto, deve tenere a disposizione delle autorità competenti (per eventuali controlli) il cosiddetto PIF del prodotto, ossia una serie di informazioni sul cosmetico, che comprendono:
a)la formula qualitativa e quantitativa (che consente di identificare gli ingredienti e le loro percentuali impiegate nel cosmetico);
b)il metodo di fabbricazione, che deve essere conforme alle norme di buona fabbricazione o GMP (Good Manufacturing Practice);
c)le specifiche chimico-fisiche e microbiologiche di tutti gli ingredienti usati e del prodotto finito;
d)la valutazione di sicurezza del prodotto cosmetico finito;
e)le prove degli effetti vantati dal prodotto
f)i dati esistenti sugli effetti indesiderabili per la salute umana provocati dal cosmetico in seguito alla sua utilizzazione.

(Informazioni ricavate da ABC cosmetics)

mercoledì 16 aprile 2014

What a Wonderful World | Playing For Change

What a Wonderful World | Playing For Change
Guardatelo e ... vi emozionerà un sacco.
un abbraccio a tutti voi

LA NOSTRA CHIOMA

I capelli sono costituiti da amminoacidi, che compongono le proteine, una famosa che conosciamo tutti è la  cheratina, ( un complesso di amminoacidi che formano questa struttura)in una percentuale compresa fra il 65 e il 95%, e per il resto da acqualipidipigmenti ed oligoelementi.  Altra proteina  è la melanina che conferisce il colore al capello.
La cheratina è composta dagli 
amminoacidi lisina e cistina, presenti nelle carni bianche e rosse, nel pesce, nel fegato e in alcuni tipi di verdure.
Altre sostanze importanti nella vita del capello sono il ferro, che possiede un ruolo primario nella sintesi dell’emoglobina del sangue per l’ossigenazione dei tessuti; a seguire, zincomagnesio e infine il rame, che partecipano al processo di formazione della melanina.
Sotto forma di lanugine si formano già nel quarto mese di vita fetale. 
Crescono a una velocità di circa 0,3 mm al giorno (1 cm al mese) questo valore può però mutare notevolmente da una persona all'altra, sia dal sesso del soggetto che dall'etnia di appartenenza.) Il capello è soggetto ad un ciclo di crescita della durata di 2-3 anni (ma sono documentati cicli di oltre 10 anni). Alla fine di ciascun ciclo il capello cade e viene sostituito. Il ciclo del capello è costituito dalla successione delle tre fasi:
 Alcuni medici ne hanno scoperte altre due, tra cui il proanagen e il metanagen.
Anche la lunghezza dei capelli è molto variabile e raramente raggiunge il metro e, insieme alle unghie e alla barba, sono le uniche parti del corpo che crescono continuamente durante il corso della vita.

mercoledì 22 gennaio 2014

Acido/Basico

ph.pngNegli ultimi anni  è notevolmente aumentato l’interesse nei confronti del processo di regolazione acido-basico nelle funzioni dell’organismo . Questo processo è un fenomeno fondamentale che è alla base dei processi metabolici più importanti del corpo umano.
L’esistenza è uno scorrere di energia sottoposto a numerose modificazioni. Negli organismi viventi l’energia si crea quando gli zuccheri di dimensioni più grandi si scindono in composti più semplci, dai quali l’organismo trae i nutrimenti per svolgere le molte funzioni metaboliche. Attraverso questo meccanismo si forma l’acido carbonico che, quando prodotto in eccesso,  può risultare pericoloso per le cellule, dato che rende acido l’ambiente cellulare.
Per un funzionamento corretto dei meccanismo fisiologici è necessario avere una ben precisa concentrazione cellulare stabile degli acidi, che può oscillare entro un margine di Ph sanguigno molto ristretto compreso tra 7,3 e 7,4. Fuori da tale intervallo le reazioni chimiche che regolano il metabolismo sono alterate. Quando si ha un calo di Ph alcuni processi metabolici possono essere bloccati.
Questo può essere evitato o modulata attraverso una serie di meccanismi di regolazione. Il più noto è la respirazione: ad ogni respiro  non assumiamo solamente ossigeno ma espelliamo anche l’acido carbonico ( anidride carbonica ) tossico.
La corretta regolazione dell’equilibrio tra acidi e basi spetta al meccanismo di regolazione dell’equilibrio acido-base, che controlla costantemente le funzioni essenziali dell’organismo come la digestione, la respirazione, la circolazione sanguigna ecc.
Quando il livello dell’acidosi aumenta i meccanismi di regolazione stimalano l’apparato respiratorio e circolatorio a reagire, tendando di ristabilire l’equilibrio. La stanchezza e i disturbi del sonno sono primi segnali di un aumento dell’ acidità , mentre il dolore è un segnale più grave che indica dei veri e propri squilibri a livello corporeo.
A parte pochi individui veramente sani , l’organismo della maggior parte delle persone presenta squilibri a livello di Ph , che è quasi sempre troppo acido.
All’ inizio di ogni problematica abbiamo sempre una condizione di iperacidità.  La patologia non è altro che la manifestazione di uno stress eccessivo, a cui è sottoposta la regolazione acido-base. Quasi tutti i meccanismi di regolazione dell’organismo hanno in comune il medesimo meccanismo, ossia cercare di bilanciare i deficit che si hanno senza danneggiare le cellule. Solamente quando questi tentativi non vanno a buon fine si instaura uno stato patologico cronico. Al contrario  le malattie acute rappresentano un tentativo, anche se estremo, del corpo di mobilizzare tutte le riserve disponibili di minerali per imprimere una svolta e attirare attenzione verso una crisi che potrebbe tramutarsi in una minaccia. Diventa, quindi fondamentale, muoversi il prima possibile per riportare il Ph corporeo entro un limite corretto, ossia prima della manifestazione della malattia.
Quando si analizzano i fattori alla base di molte malattie, si nota che essi segnalano un problema a livello delle funzioni escretorie dell’organismo. Quindi, in presenza di una situazione del genere è opportuno adottare un’azione correttiva. Tutti i processi di eliminazione a livello di occhi, naso, orecchio , intestino , apparato urinario, ghiandole e cute, sono incaricati di espellere le sostanze acide tossiche per il corpo.
Le infiammazioni acute o croniche mostrano il grado di intensità con cui l’organismo sta lottando contro l’effetto degli acidi nocivi. Anche le patologie croniche più gravi presentano come principale requisito per la guarigione la normalizzazione del Ph.
Il sistema di escrezione del corpo è molto efficace e sensibile e può sviluppare patologie croniche a causa di un accumulo eccessivo di acidi. Quando gli organi escretori sono soggetti a sovraccarico entra in gioco il tessuto connetivo per prelevare ed accumulare l’acido rilasciato dalle cellule. Questo accumulo svolge un ruolo vitale nella riduzione del carico di lavoro dei reni.
Dopo un’intensa attività fisica o un pasto abbondante aumenta la produzione di acidi, ma dato che il funzionamento dei reni è relativamente lento, essi non sono in grado di eliminare i sali con sufficiente rapidità. Di conseguenza deve intervenire il tessuto connettivo che agisce come una sorta di pre-rene e accumula i sali.Durante la notte, essi sono portati dalla circolazione sanguigna ai reni, che procedono nell’eliminarli. Per questo l’urina è più concentrata e ha un più alto contenuto di acidi al mattino. Quando i depositi acidi nel connettivo non sono più in grado di proteggere il rene o altri organi si innesca l’iperacidificazione patologica dell’organismo. Si ha a questo punto una iperattività degli organi escretori caratterizzata da infiammazioni acute o croniche.
In base alla gravità dell’iperacidità si hanno tre fasi dell’acidosi:
ACIDOSI LATENTE in cui il tessuto connettivo sviluppa un accumulo sempre più grande di sostanze acide.
ACIDOSI COMPENSATA in cui gli organi escretori devono funzionare a pieno regime, si hanno infiammazioni e catarro e vengono intaccate le riserve antiacide del sangue ; l’alcalinità del sangue non scende però al di sotto del valore critico di Ph pari a 7,0.
ACIDOSI  SCOMPENSATA in cui le riserve alcaline calano al di sotto del valore normale di Ph 7,0, il sangue e i tessuti non ruiescono più a tenere il passo e l’accumulo di acido provaca uno stato di intossicazione. Questa è la prima condizione che prelude all’insorgere di patologie croniche.
Il compito della medicina di regolazione funzionale è quello di individuare la presenza di un accumulo di acidi nei pazienti che si trovano  nella fase dell’acidosi latente, in quanto in questas fase iniziale , è ancora possibile ripristinare la regolazione dell’equilibrio acido-base attraverso un cambiamento della dieta, l’eliminazione degli alimenti disturbanti, un cambiamento degli stili di vita , la risoluzione di problemi emotivi e la riduzione dello stress fisico e mentale.
Dott. Mauro Piccini
Medicina Complementare

I rischi per la salute nel mangiare selvaggina


lo sapevate che.....Il piombo delle munizioni contamina le carni 


La selvaggina, è vero, non a tutti piace: a qualcuno per questioni etiche; a qualcun altro per il sapore. Nonostante ciò sono ancora molti quelli che la consumano e, proprio queste persone, corrono un rischio in più: quello di avvelenamento da piombo.

L’avvelenamento da piombo (detto anche Saturnismo), lo ricordiamo, si manifesta con diversi e pericolosi sintomi. Tra questi vi sono: anemia emolitica, ittero, convulsioni, ipertensione cerebrale, edema cerebrale (e anche la morte), disturbi gengivali, alterazioni cognitive, danni gravi ai reni, dolore addominale, nausea, vomito, stipsi, elevata incidenza di mortalità neonatale, infertilità nella donna, anomalie spermatiche e oligospermia nell’uomo, ipertensione, astenia, debolezza, stanchezza, paresi del radiale, encefalopatia da piombo (in particolare nei bambini), cefalea, amnesia… Insomma, una bella compagnia.

L’allarme piombo nella carne arriva da un team di ricercatori britannici e spagnoli che hanno pubblicato i risultati di uno studio sulla rivista “PLos ONE”.
Secondo gli scienziati consumare carne di selvaggina cacciata con munizioni che ancora contengono piombo espone al rischio di avvelenamento.
Il team, composto da scienziati del Wildfowl & Wetlands Trust (WWT) e dell’Istituto di Ricerca sulle Risorse Cinegetiche (IREC), ha scoperto che in alcune carni di selvaggina cucinate il contenuto di piombo superava i limiti massimi imposti dall’Unione Europea.«A seconda della specie e il tipo di ricetta utilizzata, tra il 20 e l’87,5% dei campioni analizzati ha superato il livello massimo di piombo fissato dalla UE nelle carni di animali di allevamento di 100 parti per miliardo (0,1 mg / kg di peso fresco di carne)», ha commentato il dottor Rafael Mateo, co-autore dello studio.

Per arrivare alle loro conclusioni, i ricercatori hanno analizzato la carne di 6 specie di selvaggina: fagiano, beccaccia, pernice e colombaccio. Queste specie sono più diffuse nel Regno Unito, tuttavia il metodo di caccia è pressoché lo stesso per tutti gli altri paesi europei; quindi il problema è identico anche nel resto d’Europa, fanno notare i ricercatori.I pezzi di carne sono poi stati fatti passare sotto i raggi X per rilevare la presenza di pallini o altri frammenti di piombo, anche piccoli. Dopodiché sono stati rimossi completamente, come si dovrebbe sempre fare prima di cuocere e mangiare questa carne.
Al termine della cottura è stata misurata la concentrazione del metallo nella carne utilizzando la spettroscopia ad assorbimento atomico.
«Anche se i livelli stabiliti dalla UE per la carne che si consuma più frequentemente sono in regola, in specie come la beccaccia il 5,4% degli uccelli cotti ha mostrato più di 10 mg / kg, il che indica che mangiando 200 g di questa carne anche in un’occasione unica, la dose settimanale di piombo tollerabile  per una persona (circa 80g) potrebbe essere superata», sottolinea Rafael Mateo.
Questo studio mette quindi in evidenza un pericolo spesso sottovalutato, quando non addirittura ignorato. Le persone più a rischio sono senza dubbio quelle più sensibili e vulnerabili come anziani e bambini, tuttavia anche gli adulti non ne sono esenti. 
Che dire cari amici... Buon Appetito?

Articolo: La stampa

poco Magnesio....

Al Dipartimento di Alimentazione e Nutrizione sperimentale della facoltà di scienze farmaceutiche dell’Università di San Paolo del Brasile hanno scoperto come la carenza di magnesio associata ad un’alimentazione ricca di grassi sia in grado di favorire la resistenza insulinica.
Sembrerebbe poca cosa ad una prima lettura, se non fosse che il magnesio è, insieme alla vitamina D, una delle sostanze più carenti nella popolazione mondiale, e che il consumo di alimenti grassi (ma soprattutto strapieni di zuccheri), rappresenta una delle abitudini più malsane e, purtroppo sempre più diffuse.
Nel corso dello studio è stato osservato come la carenza di magnesio sia in grado di aggravare la resistenza insulinica che sappiamo essere un presupposto fondamentale non solo nell’insorgenza del diabete, ma altresì nel sovrappeso, in alcune malattie tumorali e piu’ in generale nello scatenamento dei processi infiammatori.
Si tratta solo dell’ultima evidenza. In realtà il magnesio è un minerale fondamentale per permettere la sopravvivenza di un essere vivente, perché è coinvolte in circa 300 reazioni enzimatiche, proteggere il cuore e l’intero apparato cardiovascolare, ha un’azione ansiolitica e antidepressiva, e che gioca un ruolo di primo piano nelle malattie mitocondriali (come per esempio alcune malattie nervose e muscolari).
Ricordiamo che il magnesio si trova in elevate quantità nei vegetali, nei semi oleosi, nel cioccolato e nei cereali integrali, e che condizioni di stress continuo ne favoriscono l’eliminazione, costrigendo l’organismo ad un continuo rifornimento per non ammalarsi.
Un motivo in piu’ per tornare ad un’alimentazione integrale e abbandonare le cattive abitudini alimentari, magari ricordando che, essendo le mandorle una buona fonte di questo prezioso minerale, potremmo a colazione integrare dei semi oleosi tutti i giorni per ottimizzare la nostra nutrizione.

sabato 18 gennaio 2014

Olio essenziale.

GLI oli essenziali sono miscele complesse e concentrate di sostanze chimiche.
L'uso senza la supervisione di un medico può essere pericoloso
L'applicazione di oli essenziali puri sulla pelle può portare a infiammazioni e lesioni della cute e la loro ingestione (a seconda del tipo di olio e della quantità ingerita) è potenzialmente mortale. Bisogna, considerare che l'indice terapeutico degli oli essenziali, ovvero il rapporto tra la dose tossica e quella terapeutica, è molto basso e ciò significa che anche piccoli aumenti del dosaggio terapeutico possono produrre fenomeni tossici di varia gravità.
La somministrazione per bocca è comunque sconsigliata nella prima infanzia, in gravidanza, allattamento.
Come poter scegliere un olio essenziale?
La qualità di un olio essenziale
dipende della qualità delle piante usate e dalle capacità del distillatore. Un metro di giudizio parziale, ma che ci può dare una prima indicazione, è la qualità dell’etichettatura. Una etichettatura completa e professionale dovrebbe comprendere:
  • nome botanico (e nome popolare)
  • eventuale caratterizzazione chemotipica
  • parte della pianta usata
  • luogo di raccolta
  • metodo di estrazione
  • data di estrazione
  • data di scadenza
  • eventuali operazioni effettuate sull’olio grezzo (deterpenazione, ecc.)
  • cautele (uso interno, bambini, gravidanza, ecc.)
In caso di dubbio, il vostro fornitore dovrebbe essere in grado di mostrarvi documentazione che attesti l’originalità del prodotto.

Buon week end a tutti voi.